L’AI sconvolgerà l’Editoria Libraria

Giacomo D'Angelo
9 min readJun 18, 2023

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Ripensare la filiera del libro (courtesy of MidJourney)

Questo articolo è stato tradotto in Italiano dal sottoscritto, Giacomo D’Angelo, su gentile concessione di Publishers Weekly e dell’autore Thad McIlroy. L’articolo originale in inglese è stato pubblicato su Publishers Weekly il 2 Giugno 2023 ed è disponibile a questo link.

Le ultime versioni dei motori di Intelligenza Artificiale Generativa (AI o GPT — Generative Pre-trained Transformer) rappresentano un cambiamento epocale. Non sarà un cambiamento graduale e progressivo: l’AI generativa cambierà tutto molto velocemente. Ad una velocità impressionante.

A mio avviso, ogni ambito di quella che chiamiamo Editoria Libraria può essere automatizzato con il supporto dell’AI generativa. E se ciò fosse vero, allora il mercato del libro non sarà più lo stesso. È arrivato il momento di svegliarsi e pensare al futuro.

A due condizioni.

La prima è scontata: non sto parlando solo di ChatGPT o di altri motori LLM simili (LLM sta per Large Language Models). Per quanto l’AI generativa resti l’elemento chiave e imprescindibile di questa innovazione, sarà necessario integrare ad essa tutta una serie di tecnologie e di processi al fine di aumentarne le sue intrinseche capacità.

La seconda è un po’ più articolata. Quando si fanno affermazioni assolutistiche su una certa tecnologia, si ricevono critiche altrettanto assolute. Se ad esempio si sostiene che un giorno tutte le auto saranno autonome, allora qualcuno farà notare che le auto da corsa di Formula Uno non lo diventeranno mai.

Capisco questo punto di vista, però in questo caso non sto parlando di Editoria di Formula Uno. Sto parlando dell’Editoria comune, cioè dei libri valutati, acquistati e letti dalle persone comuni. Non sto sostenendo che gli editori di Formula Uno non siano più bravi dell’AI. Sto invece dicendo che all’interno della filiera editoriale diventerà molto complicato capire esattamente dove il lavoro umano possa apportare un valore aggiunto sufficiente a giustificarne i relativi costi.

Quale sarà il futuro dei nostri amati romanzi o dei raffinati approfondimenti di saggistica? Scompariranno? Certo che no. Non è questo il mio punto.

E cosa ne sarà dei designer di talento e delle loro magnifiche copertine di libri? Saranno forse destinati a sparire? Certo che no. Tutti noi continueremo a scoprire nuovi libri in libreria e, affascinati dall’armonia delle loro copertine, diremo che non potrebbero essere state certo realizzate da una AI qualunque. E a volte avremo anche ragione.

Precedenti

Io penso a quello che abbiamo vissuto con l’avvento delle tecnologie digitali per l’impaginazione e per la produzione di prodotti editoriali (tecnologie di desktop publishing). Quasi tutti quelli che oggi lavorano in Editoria hanno iniziato dopo il 1985, quando sono stati introdotti i primi Macintosh, stampanti laser e software di impaginazione. Forse non sanno che i risultati dei primi esperimenti di desktop publishing non erano un granché. I caratteri erano rifiniti male e le interlinee poco precise.

Nel 1988, quando il Macintosh fu collegato a una Linotype, il miglioramento della qualità fu eccezionale. Ma i tradizionalisti continuavano a sostenere che il colore dei caratteri era ancora scadente e che i lettori avrebbero percepito questa mancanza di qualità. Dopotutto, gli specialisti — i designer e i loro clienti editori — avevano costruito le loro carriere prestando attenzione alle sfumature dei caratteri tipografici, al kerning, all’interlinea e alla progettazione della pagina stampata.

I tradizionalisti avevano ragione: questi erano tutti aspetti importanti e le differenze si notavano, eccome. Tuttavia, le nuove tecnologie digitali potevano ormai produrre libri ad un livello di qualità abbastanza buono, e ciò rappresentava una novità assoluta nella concezione dell’output editoriale: quel livello di qualità abbastanza buono era sufficiente ad accontentare la stragrande maggioranza dei lettori, che continuava ad essere felice con i propri libri senza storcere troppo il naso.

Le Redazioni Editoriali

La correzione bozze è il kerning del 2023. La tecnologia non è ancora perfetta e non penso che GPT possa ancora gestire la correzione bozze allo standard richiesto dagli editori librari. Ma accadrà molto presto. Anche se i libri corretti da un professionista in carne ed ossa potrebbero ancora sembrare “migliori” agli occhi di un raffinato redattore, quel “tocco umano” non aiuterà a vendere più libri. I libri corretti dalla AI saranno presto ad un livello di qualità abbastanza buono.

E la revisione editoriale? Oggi non sembra certamente una buona idea affidare le decisioni editoriali a una GPT qualunque, ma sarebbe davvero sciocco non chiederle almeno qualche suggerimento.

ChatGPT diventerà il miglior alleato per smaltire la vostra montagna di manoscritti. Grazie alle sue capacità di analisi logica e grammaticale, essa potrà valutare automaticamente se un libro è (ragionevolmente) ben scritto o meno. Potrebbe non riuscire a scovare le gemme editoriali, ma riuscirà a separare i materiali accettabili dal resto. Ah, direte voi, ricordando uno di quei bestseller che è stato rifiutato da centinaia di editori — ovviamente anche GPT potrebbe fallire. Sì, esattamente com’è successo a quei cento professionisti.

La Produzione

La maggior parte della produzione di libri, stampati e digitali, è già completamente automatizzata o semi-automatizzata, per lo più tramite software basati su regole.

La produzione tipografica automatizzata è evoluta e migliorata negli anni — il sistema di composizione “programmabile” di Donald Knuth, TeX, è apparso per la prima volta nel 1978. Molta della produzione di Adobe InDesign è automatizzata attraverso macro e script e i sistemi di pubblicazione centralizzati funzionano abbastanza bene.

L’AI colmerà alcune delle poche lacune rimaste, ma le attuali inefficienze della produzione esistono in gran parte perché l’Editoria rappresenta ancora, e per scelta, un processo altamente manuale, basato sulla quella inamovibile convinzione che il valore dell’intervento umano superi la perdita di produttività fornita dall’automazione. Questo è assolutamente vero per alcuni generi di libri. È totalmente falso per altri.

La Distribuzione e la Pubblicità

Nel mondo editoriale, la distribuzione e la pubblicità online hanno contribuito a creare uno spaccato tra gli autori e i propri lettori. Gli autori indipendenti (o selfpublishers) hanno dimostrato che il numero di vendite di libri, e in generale la probabilità di avere successo con il proprio progetto editoriale, è direttamente proporzionale alla capacità di comunicare direttamente con il proprio pubblico. Da una parte le grandi piattaforme online mantengono un ruolo di aggregazione, con la loro capacità di presentare i contenuti a una grande varietà di lettori, dall’altra l’AI promette una nuova possibilità di disintermediazione, in cui gli autori possono tornare a comunicare direttamente con i propri lettori.

Amazon rappresenta ancora oggi la migliore opportunità per gli autori emergenti, ma allo stesso tempo è chiaro come sia diventato ormai un intermediario troppo costoso per gli Editori con un business consolidato.

La posizione dominante di Amazon non è in discussione, tuttavia l’AI potrebbe offrire al mondo del libro quella possibilità di trasformazione che potrebbe davvero minare il suo predominio nella filiera. I media evolvono e l’AI darà vita a nuovi canali di distribuzione. Amazon proverà a dominare ogni nuovo canale tramite nuove acquisizioni, come già fatto brillantemente con l’acquisto di Audible nel 2008 per 300 milioni di dollari. Ma riuscirà a superare, ancora una volta, il “dilemma dell’innovatore” (dal libro di Christensen: The Innovator’s Dilemma: When New Technologies Cause Great Firms to Fail)? Ad esempio, nel mondo del gaming, dove grazie all’AI si stanno sviluppando nuovi canali di intrattenimento, Amazon sembra essere rimasta un po’ indietro.

Personalmente, vedo un futuro molto positivo per le librerie. In un mondo freddo e meccanico dominato dall’AI, le librerie rimarranno un luogo di confortevole aggregazione sociale.

Il Marketing

Il marketing sarà l’ambito dell’industria libraria in cui l’AI avrà l’impatto maggiore. Qui la posta in gioco è altissima. Uno degli aspetti che potrebbero ostacolare questa rivoluzione è la mancanza di dati sulle vendite in tempo reale. Gli editori abbonati a BookScan avranno un vantaggio competitivo. Sono curioso di vedere cosa farà Ingram per migliorare il suo prodotto Marketing Insights, e Firebrand con il suo Eloquence on Alert.

I motori GPT possono elaborare delle ottime analisi di vendita dei libri della concorrenza, possono disegnare un quadro in tempo reale delle dinamiche di quei libri che stanno deviando le vendite e identificare nuove opportunità di mercato. Finalmente, possono rivoluzionare quei servizi che aiutano i lettori a scoprire nuovi libri da leggere. Sarà più facile per gli autori individuare il proprio pubblico ideale, così come per i lettori scovare il prossimo libro da leggere.

Parliamo ovviamente solo della punta dell’iceberg. Come vorreste vendere e pubblicizzare i vostri libri? Potrebbe GPT aiutarvi a farlo?

L’Editoria Scolastica

Pensate alla trasformazione dell’editoria scolastica negli ultimi due decenni.

Nella società in cui viviamo, il desiderio di imparare e formarsi non è assolutamente diminuito — al contrario, ogni giorno sempre più persone vogliono scoprire nuove competenze per avanzare nella loro carriera o per semplice interesse personale. Ma ormai gran parte di tutto questo avviene sulle piattaforme online, come YouTube, Udemy, Coursera o su altri siti dove è ormai molto facile ed economico reperire materiale di qualità (e anche queste piattaforme stanno cambiando, in gran parte in meglio, grazie a GPT).

Negli ultimi anni, l’Editoria scolastica ha subito una drastica riduzione a causa della diffusione di queste piattaforme. Allo stesso modo, un nuovo ciclo di sviluppo tecnologico potrà avere lo stesso impatto sull’intera Editoria trade.

Inoltre, non posso non menzionare il self-publishing (l’auto-pubblicazione), che tendiamo tutti a sottostimare a causa del fatto che i relativi dati di vendita non sono tracciati in nessun modo: il self-publishing ha eroso svariati miliardi di dollari all’anno alle case editrici tradizionali e rappresenta un fenomeno che non è certo destinato a fermarsi.

Le Industrie dell’Intrattenimento

Non possiamo perdere di vista il mondo dell’intrattenimento, molto vicino a quello del libro, e l’impatto che l’AI sta avendo su di esso. Cinema, giochi, musica, e i social media in generale — tutte queste industrie stanno subendo un impatto su una scala simile a quella del mondo editoriale. E per gli adulti, tali attività sono mediamente più importanti rispetto alla lettura. Gli studi relativi a come spendiamo il nostro tempo mostrano come gli adulti dedicano meno del 5% del loro tempo libero alla lettura, e una percentuale sempre crescente del loro tempo ai videogiochi e alla visione di video online.

Gli ebook “arricchiti” non sono mai decollati, mentre le vendite degli audiolibri sono esplose oltre le più rosee previsioni. Il cinema è stato il “miglior amico” dei libri per oltre un secolo, con un buon livello di cooperazione tra le due industrie per alimentare le vendite, anche se ciò non è mai sfociato in una collaborazione davvero completa e funzionale. Potrà avvenire ora? L’industria cinematografica va ormai a braccetto con quella dei videogiochi, mentre quella del libro è rimasta sempre in disparte… potrà l’AI cambiare questa situazione?

Io credo che l’AI consentirà all’oggetto libro di trasformarsi in ulteriori formati che potranno generare vendite aggiuntive in modo totalmente inaspettato.

I Pericoli dell’AI

Voglio essere chiaro: penso che tutte queste chiacchiere sui problemi e sui pericoli dell’AI siano solo una grande perdita di tempo. Sarebbe molto più produttivo cercare di comprendere quali possano essere le opportunità che l’AI può presentare al mondo del libro.

Con ciò, non voglio assolutamente sminuire la discussione sui pericoli dell’AI, né suggerire che tali preoccupazioni siano infondate o poco importanti. Tuttavia, ritengo che oltre a parlare dei pericoli dell’AI, occorra parlare anche delle sue promesse, perché sono entrambe discussioni importanti e dovrebbero essere portate avanti in parallelo.

Non potremmo mai cogliere le opportunità all’orizzonte se continuiamo ad affrontare la questione con timore e paura.

Come possiamo fare un buon lavoro di regolamentazione dell’AI nell’industria del libro se siamo sempre e unicamente focalizzati sui pericoli imminenti?

Possiamo certamente provare a introdurre delle regole e limitazioni per evitare questi pericoli, ma il problema è che sarà complicatissimo farle rispettare nella pratica (ad eccezione, forse, di ciò che potrà essere bloccato per legge). Gli imprenditori avranno sempre la libertà di avvicinarsi al mondo del libro con le soluzioni più semplici a loro disposizione, indipendentemente dalle regole che cercheremo di imporre dall’alto (così come gli autori autopubblicati non ci hanno ascoltato quando abbiamo detto: “No, non potete farlo!”).

Io voglio mantenere la mia linea libertaria: il modo migliore per capire i pericoli derivanti da una nuova tecnologia è quello di aprirsi curiosamente alle opportunità che essa offre.

Andiamo Avanti

In questo articolo ho voluto brevemente descrivere come ogni ambito dell’industria libraria può essere efficacemente automatizzato con l’aiuto dell’AI generativa. Se ciò fosse vero, l’editoria libraria per come la conosciamo oggi diventerà presto obsoleta. Non è che i libri non verranno più scritti, pubblicati e letti, bensì tutti i meccanismi con cui sono sviluppati e venduti saranno in gran parte guidati dalle macchine, e questo cambierà totalmente i connotati della filiera del libro. Nuove opportunità appariranno dietro quelle porte che si stanno chiudendo velocemente.

“La più grande trasformazione nell’Editoria dall’invenzione della stampa” è un vecchio cliché che tenta di evocare la scala di un’innovazione nel mondo del libro. Siamo sicuri di essere davvero di fronte alla grande svolta? Alla conferenza PageBreak dello scorso autunno, parlando dei motori GPT, Tim O’Reilly ha detto che “mi sento come mi sentivo quando abbiamo scoperto il World Wide Web nel 1992” e ha continuato audacemente con “questa trasformazione è paragonabile ai primi fogli di calcolo, al PC, e al browser web”.

Siamo tutti consapevoli di quanto sia cambiato il mondo dopo l’invenzione della stampa. E allora, come sarà la nuova Editoria dopo che l’AI generativa sarà integrata completamente nei nostri flussi di lavoro? Come si trasformerà la lettura quando i libri saranno soppiantati dalle capacità di risposta immediata dell’AI? Quando l’AI sarà in grado di raccontarci incantevoli storie?

Non sono preoccupato da questi scenari, anzi non potrei essere più entusiasta.

Questo articolo è stato tradotto in Italiano dal sottoscritto, Giacomo D’Angelo, su gentile concessione di Publishers Weekly e dell’autore Thad McIlroy. L’articolo originale in inglese è stato pubblicato su Publishers Weekly il 2 Giugno 2023 ed è disponibile a questo link.

Thad McIlroy è un autore e analista editoriale, vive nella West Coast degli Stati Uniti e il suo sito è The Future of Publishing. È uno dei fondatori di Publishing Technology Partners.

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